Sarà un post lungo.
E scrivendo questo lo sto allungando ancor di più.
Chiedo scusa in anticipo.
Non accadrà più.
Potrei anche prometterlo.)
Che sabato veneziano.
Uno così non lo passavo da parecchio tempo.
Bello ricco di contrattempi ed eventi inattesi.
Io e un mio caro amico avevamo una cena a Venezia.
(Riflessione post mortem: dire alla propria donna "stasera ti porto a cena a Venezia" ha il suo perchè, effettivamente. Ma io ero con Mirco, quindi la riflessione decade...).
Decidiamo di andarci in treno.
Io parto da una stazione, lui da un'altra.
Un'ora di viaggio e tanti saluti.
Cominciano i contrattempi.
Nella stazione precedente un tizio scontento della vita decide di buttarsi sui binari (come nelle migliori scene splatter di quentin tarantino) e ciao treno!
Nessuno delle effesse sa nulla riguardo le tempistiche.
Vedo una ragazza che sta imprecando contro qualcuno.
E' alta 1.60 e ha gli occhi color ghiaccio.
Mi avvicino e le chiedo:
"Devi andare a Venezia?"
"Sì, ma mi dicono di spostarmi in un'altra stazione"
"Ho la macchina, ti serve un passaggio?"
"Volentieri"
Si chiama Grazia, è nata in Sicilia, ha vissuto in Umbria e starà qui qualche mese.
E' un'insegnante di arti marziali.
"Ecco perchè hai accettato il mio passaggio senza problemi"
"Hehehe, no ma io vado sulla fiducia".
Certo, e al massimo tira un cazzoto. Sempre in fiducia eh?
Tra auto e treno ci facciamo una bella chiacchierata.
Lei scende a Mestre, io proseguo per la laguna. Solo un ora e mezza di ritardo.
Mi trovo con Mirco.
"A che ora abbiamo la cena?"
"Alle 20"
"Riusciamo ad andare a piazza San Marco?"
"No, abbiamo giusto il tempo per qualche spritz"
Guardo l'orologio, sono le 17.30!!
Non pensate male, ma a Venezia il tempo è relativo perchè ci si perde almeno un milione di volte in mezzo alle calli.
Sì, anche chi la conosce bene (??).
Impieghiamo una vita per raggiungere campo S. Margherita (ritrovo per bere ndP).
Prima di arrivarci finiamo dentro l'inaugurazione di un negozio di vestiti da donna.
Quando si tratta di festeggiare...
Mioddio, ma quanto sono cazzaro quando mi ci metto?
Alla fine arriviamo nella piazzona enorme dove si fanno gli aperitivi e le feste di laurea.
Al terzo giro di drink comincia a diluviare.
Merda, il ristorante è lontano!
Ci impieghiamo più di mezz'ora correndo sotto la pioggia come due pazzi.
Io 31 anni, lui 34 con moglie e figlia.
Ci ridiamo sopra che è meglio.
Arriviamo fradici.
Sembriamo appena usciti dalla doccia con i vestiti addosso.
"Tanto il posto sarà sfigato"
Invece no, è tra i primi 50 di venezia (su 934 - tripadvisor diktat -).
Ceniamo a lume di candela.
Menù a base di pesce.
Guardo Mirco.
"Davanti a me vorrei avere un donna con sguardi provocanti, invece sono con te che hai il pizzetto e con il cameriere palesemente gay che ogni volta si ferma qui a parlare... ma dove ho sbagliato?"
Lui scoppia a ridere e 3 secondi dopo il cameriere fa cadere tutti i piatti (giuro!).
Scatta l'applauso!
Però, alla fine, ti rendi conto di una cosa.
Che non è importante in che città tu sia o in che locali tu vada. L'importante è traformare i momenti "normali" in unici e indimenticabili, conditi da tante risate e con persone con cui valga la pena viverli.
Solo così ogni contrattempo diventa un aneddoto memorabile da raccontare.
Chiudo dicendo che il cameriere ci ha offerto da bere e ci aspetta presto.
Aloha :-)
Foto dello scorso anno che non c'entra nulla se non per allungare ulteriormente il post