martedì 19 aprile 2016

Ciao a tutti! E’ stato bello! :-)

Eh sì bello ma purtroppo non riesco più ad aggiornare il blog, causa partenza incombente e altre mille cose da fare.

Allora come vi ho detto ho cambiato vita.

Anzi cambierò.

Biglietto di sola andata per l’Inghilterra. Nel sud, sulla costa.

Parto Giovedì.

Lascio tutto perché penso che se dobbiamo farla, allora facciamola di brutto!

Quindi adios alla carriera lavorativa, all’appartamento di cui sto ancora pagando il mutuo, ai miei quadri di nyc, agli aperitivi, a quelli del quinto piano, ai weekend al mare e a tutto ciò che di pratico mi sono costruito in questi anni, dalla laurea all’ultimo giorno dei miei 12 anni di lavoro.

Gli affetti ovviamente li porto sempre con me.

Penso di aver impiegato quasi un mese a salutare tutti e la cosa bella è che nessuno mi ha dato del pazzo per aver lasciato un mondo così sicuro e ben protetto.  Che dire… me li sono scelti bene :)

A parte gli scherzi. Non riuscivo più a tenere dentro questo desiderio di fare un’esperienza all’estero. La vacanza o il viaggio non mi è mai bastato perché soffro il ritorno a casa.

E poi la voglia di ricominciare da zero… nella vita le sfide servono. Sono uno dei motivi principali per cui viviamo.
Insomma, se non lo faccio ora che non ho legami quando lo faccio? Ora che ho una indipendenza economica che mi permette di buttarmi, di saltare e rischiare.

Qual è stata la molla principale che mi ha fatto scattare? La routine.

E’ tremenda, ti erode la vita e senza accorgerti ti ritrovi un sacco di anni sulle spalle senza aver toccato il sogno a cui aspiravi. Questo mi ha fatto muovere.

Mi dicono che sono coraggioso perché tanti ne parlano ma pochi lo fanno, in realtà è la paura che mi fa partire. E io sono molto pauroso.
Ho il terrore di guardarmi indietro e pensare a tutto ciò che non ho fatto.

E vabbè, ora si parte.

Vediamo se un giorno riuscirò ad aggiornare questo blog.

Magari sì. Ma per sicurezza vi saluto ora perché non si sa mai.

Non vi sto a scrivere seguitemi di qua o di là, non ha senso, non ho mai cercato follower ma solo un posto dove condividere quotidianità con chi volesse. Grazie per averlo fatto.

Grazie per avermi fatto compagnia in questi anni e per aver letto le mille stupidate che ho scritto. E grazie per avermi dato la possibilità di leggere voi e di conoscervi entrando un po‘ nelle vostre vite. Alcuni dal vivo, molti nel virtuale.
Mi spiace avervi perso un po' di vista ultimamente ma è stato un periodone!!

Siete meravigliosi.

Vi do un mega abbraccio!!

Ciao
Paolo


mercoledì 9 marzo 2016

One way ticket

Così cantavano i Guns


You got a one way ticket
On your last chance ride
Gotta one way ticket
To your suicide
Gotta one way ticket
And there's no way out alive





Paolo Conte invece la raccontava così


Via, via, vieni via di qui,
niente più ti lega a questi luoghi,
neanche questi fiori azzurri…
via, via, neanche questo tempo grigio
pieno di musiche e di uomini che ti son piaciuti,





Anche i Timoria ne sapevano


Via vado via
Con i miei mobili
Ricordi e immagini
Lascio casa mia alle tre
Le chiavi sono lì
Sotto il mio albero
[...]

E mi chiedo dov’è
Dov’è lo spirito
quello che chiamerò
Casa mia



Come la si metta... Hasta la vista baby!


;-)

venerdì 5 febbraio 2016

Sei anni

Nel febbraio del 2010 ci eravamo lasciati malissimo.


Ed è strano perché né io né lei abbiamo un carattere ostico. Anzi.


Avevamo iniziato a frequentarci a settembre 2007 proprio perché il nostro modo di fare amichevole ci aveva fatto trasformare l'amicizia in qualcosa di più.


Finì in maniera molto ruvida, entrambi divorati dall'odio reciproco di parole non dette o dette male.


Cinque anni di amicizia, poi coppia, buttati a puttane.


Da lì capii che stando con la tua amica, se va male, perdi tutto.


Comunque.


Sei anni dopo, ovvero lo scorso 3 gennaio, eravamo uno di fronte l'altro tra due tazze di tea nel centro della città. Non ci vedevamo dal quel famigerato febbraio 2010.


Eravamo entrambi un po' imbarazzati però la prima cosa che abbiamo fatto quando ci siamo visti, dopo averci dato appuntamento, è stato quello di abbracciarci.


Non avrebbero avuto senso i formalismi. Li avevamo già spazzati via ricontattandoci.


Chiacchierando abbiamo capito subito che alla fine rimangono solo i ricordi belli. Nessun accenno a niente di negativo e il piacere che l'amicizia dei primi tempi è rimasta quella.


Quando ci siamo conosciuti le facevo da fratello maggiore. Ora non ne ha più bisogno e sono contento. La gente cresce. La gente migliora.


Il 2016 è cominciato con affetto e calore.
Mi fa piacere.


P.

Stop alle telefonate

Ho deciso che basta.


Non si può vivere di routine. La routine ti erode giorni, mesi, anni, vite.


E siccome di vite ne ho una, finita questa, finito tutto.


Quindi Stop!!


Cosa farò per fermare tutto ciò?



venerdì 4 dicembre 2015

Il vantaggio del Nord che il Sud non potrà mai avere

Senza affrontare grandi argomenti, vorrei far notare un vantaggio del grigio settentrione preso poco in considerazione.


Il vantaggio di abitare al nord non è il clima, questo mai, vorrei io poter vivere al sud per godermi l'estate da marzo a novembre, ma non è così purtroppo.


Non è il cibo. Potrei uccidere per le delizie del sud, e girovagare senza meta tra i mercati.  Che si abbia in gloria la dieta mediterranea e il fritto che mangerei fino a morire.


E non sono nemmeno le donne. Dio ha creato delle dee e le ha adagiate sul soleggiato meridione, con i loro capelli corvini, le labbra carnose, la pelle olivastra e lo sguardo profondo. Tra l'altro nel lontano 2007 avevo conosciuto una ciociarona che... vabbè lasciamo perdere.


No.


Il vero vantaggio del nord è poter prendere l'auto e, in tempo ragionevole, essere all'estero con non troppi soldi e varie comodità. Questo è un Gran lusso. Probabilmente uno dei pochi.






E infatti noi per il consueto e non desueto ponte dell' 8 dicembre, andremo a finirla in Polonia, un piccolo tour tra Cracovia, Varsavia, Auschwitz e le miniere di sale. Insomma un gran bel giretto.



giovedì 26 novembre 2015

Thanksgiving day

Il grazie è la parola e il gesto più importante, bello, dolce, caloroso che possiamo fare, se sincero e sentito.


Noi tutti sappiamo quanto sia fondamentale. Ognuno ringrazia chi sente essere il portatore di felicità nella sua vita, che può essere: Dio, i genitori, i figli, il partner, gli amici, il destino, l'universo.
Un estraneo. Ed è uno delle cose più comuni e frequenti che facciamo.


Il grazie è riconoscenza, ovvero riconoscere che quello che ci è arrivato ci fa stare bene, ci dà gioia. Che è importante per noi. Che lo apprezziamo. E se apprezzi quello che giunge nella tua vita, allora significa che ami il presente e, solo amando il presente, potranno capitarti cose meravigliose in futuro.


Non è facile, perché se pensiamo a quante cose abbiamo e quante effettivamente apprezziamo, beh, ci accorgeremo subito del divario.
Alle volte mi trovavo in questa situazione e pensavo: eh ma se ringrazio per quello che ho, poi magari da lassù pensano che sono a posto così e quello che voglio veramente (che ancora non mi è arrivato), non arriva più. Insomma una bella fregatura!
Ovviamente non è così, perché apprezzare il presente vuol dire dar importanza alla vita, proprio ora che la stai vivendo, che è importante sia per le gioie che per gli ostacoli che ti impone. E se ami la vita, allora attiri altre cose belle come una calamità di positività.


Ah ho perso il mio lettore mp3.
Ecco.
Grazie!




venerdì 20 novembre 2015

Non sono grave

- Beh ma tanto tu hai un cuore grande, te l'ha detto il chirurgo.
- ..Ehm no.
- Ma come no?
- Me l'ha detto il cardiologo. Se me l'avesse detto il chirurgo, sarebbe stato grave!!

martedì 27 ottobre 2015

Più sogni o più paure?

Sogni.
Non si deve smettere di sognare.
Quello mai.
Frase fatta, lo so.
So anche che alle volte si avrebbe la voglia di buttare tutto al diavolo però se la speranza viene dal cuore, allora non ci si fermerà mai. Soprattutto inconsapevolmente. Magari svanirà per un po' ma poi, puff risbuca fuori.


Paure.
Purtroppo non si può mai smettere di avere paura. Credo sia impossibile.
Certo, questo non significa che non si possa reagire se si ha coraggio o anche incoscienza. Come ho già detto qui, c'è la paura che blocca e quella che spinge ad andare oltre.
O meglio, ci sono le persone che si fanno bloccare e quelle che vengono stimolate.
Ecco, io mi definirei uno che seppure con piede tremolante, il passo lo fa.


Ho più sogni o più paure?


Essendo correlate direi che è c'è un bel pari.
Ma in realtà è che nella testa ho un casino notevole.
Magari nei casini escono le cose migliori....
Le cose migliori.
E io confido in questo.



Se non appaio spesso qui è perché scrivo poco ma penso tanto.
E' questo il dramma.



Aloha. :-)

lunedì 21 settembre 2015

Ah.

- Come ti chiami?
- Io sono Paolo
- Non hai la faccia da Paolo
- Perché scusa??
- Beh Paolo è un nome vecchio, da over 50.
- Ah.


Ah.

mercoledì 9 settembre 2015

Parlo di questo

E non parlo di un grande amore, parlo del piacersi e di iniziare una frequentazione.


Parlo di essere felici il giorno dopo la serata passata assieme.
Parlo del sorriso che si crea sapendo che ci si saranno altri momenti, che ci si rivedrà, senza troppi pensieri, senza troppi programmi.


Una cosa leggera, un inizio dolce.


E' l'essere lì, ci sei quasi e poi, puff.
Svanisce tutto.


E non è mai un sogno.
E' la realtà.

lunedì 7 settembre 2015

Cos'ho imparato dal road trip nel nord europa





Che pranzare e cenare con 5 euro si può... se non lo fai per più di 10 gg.


Che la pizza e la pasta non ti mancano se quello che stai vivendo ti piace da morire.


Che in Germania non si mangia così male.


Che ad Amburgo (la città non-capitale più popolosa d'Europa), alla sera, un gruppo di 20 persone ballano ritmi anni 50, in una delle zone più chic e lo fanno per strada con uno stereo portatile.


Che Francoforte (città con più grattacieli in Europa - una piccola Manhattan insomma) è tutto meravigliosamente umano e poco costoso per essere il centro finanziario del continente.


Che Oslo è come te la immagini, con il suo mare nero, il suo porto tranquillo e i suoi palazzi di vetro e acciaio. Di una bellezza quasi rude ma mai violenta.


Che Copenaghen è la più bella di tutte ma la sirenetta è triste e un po' di malinconia te la trasmette.


Che i Danesi sono alti, belli, perfetti. E vanno tutti in bici. Anche le ragazze con le minigonne.


Che viaggiare in Germania, sono bravi in tutto, ma i cantieri delle autostrade sono di una disorganizzazione unica.


Che ascoltare la radio di ogni singola nazione, è una delle cose più belle da fare in auto quando fai un road trip.


Che tutti sanno l'inglese, dai vecchietti all'ultimo dei garzoni del supermercato (perché lassù i film sono da sempre non doppiati).


Che Wurzburg non la conosce nessuno, eppure... non potevamo scegliere meta migliore (scelta a caso guardano le immagini su Google ^_^)


Che l'urlo di Munch vale come il mio adorato Van Gogh.


Che l'autostrada a 110 km/h come limite, è un modo per assaporare più a lungo il viaggio, pensando a quello che hai vissuto, immaginandoti cosa vedrai nella nuova città e gustandoti il panorama.


Che... come fai a non amare il mondo quando in centro ad Oslo c'è un festival Bollywoodiano ed è strapieno di indiani (in Norvegia?!?!?!)


Che Stoccolma ha il centro città più assurdo e vivace che tu abbia mai visto ed è dura andarsene. E una central station sotterranea esagerata!


Se ti ritrovi in un fast food nel centro di Stoccolma per sfruttare il wi-fi, e impieghi 10 minuti con il tuo smartphone a prenotare e pagare un hotel a Oslo per il giorno dopo, allora puoi dire di aver passato l'esame.


Sì è proprio così.





venerdì 28 agosto 2015

Dobbiamo parlare

Ma quante volte, noi maschi, abbiamo sentito questa frase che anticipa brutto tempo all'orizzonte?


Molte, molte.


Infatti dobbiamo parlare, io e voi.

Qualche settimana fa avevo scritto un post il cui titolo era: "Grazie per non farmi sentire mai solo. Ma stavo meglio solo."


Ho notato ora che c'è solo il titolo e il contenuto non è stato pubblicato! Questo denota l'attenzione verso il mio blog.


Vabbè. A chi era rivolto?


La risposta sarà dura e cruda: ad una agenzia per incontri di coppia che continua a chiamarmi.


Uno potrebbe chiedersi: beh ma se ti chiamano è perché hanno il tuo numero.


Giusta osservazione.


E il mio numero gliel'ho dato io. -_-"


Come mai? Eh....


Avete presente quando siete nel buio della vostra stanza, la vostra storia è andata a puttane, la vita sentimentale è meno di zero e fuori non c'è mezza persona che valga la pena e capitate in un sito lasciando i vostri contatti sperando che possa funzionare? Ecco.
E' capitato pure a me QUATTRO ANNI FA!!!!


E da allora continuano a chiamarmi.


Sarò sincero, non li ho mai utilizzati, però, forse, con tutto il tempo che ho perso in questi anni, avrei dovuto farlo.


Già.



martedì 25 agosto 2015

Ancora vivo dopo un road trip della madonna.

Ecchime.


Altro che mare, quest'anno abbiamo deciso di fare un viaggio in macchina fino ad Oslo con diverse tappe per un totale di 5.700 km in 11 giorni.


- Wurzburg (ve lo consiglio, franconia)


- Amburgo (Dio come mi sono innamorato di questa città!! Ci voglio tornare)


- Copenaghen (per me la città più bella)


- Stoccolma (manco qui si scherza eh?)


- Oslo (eh, che dire...)


- Francoforte (più alta che larga con i suoi grattacieli)



Ecco, non essendo un travel blogger, ed amando (forse anche troppo) la sintesi, riassumerei così il mio viaggio.


Viaggio della vita. Con soli 620 euro.


Parliamone.








martedì 21 luglio 2015

Gli uomini preferiscono le stronze.

Gli uomini privi di autostima, forse.


O masochisti.


Non di certo una persona normale.


Dai su, basta con questa sciocchezza.


Perché se per amare devi avere accanto una persona che ti tratta come una merda allora hai un grosso problema.
Ma veramente grosso.


Significa che non stai stare nel benessere. Non sei capace di vivere di belle cose.


E allora sì ti meriti una stronza!


Ma che ti faccia soffrire sul serio, che ti tolga il sonno e ogni tipo di certezza.


E poi ne riparliamo.


Chi riesce ad apprezzare il bene solo stando male significa che non ha né la lucidità né l'equilibrio interiore di vivere la realtà, che ha bisogno di una droga (il malessere) altrimenti senza questa non riesce a cogliere il piacere.


E' una roba da malati mentali.


Rendiamocene conto.